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L'eruzione vulcanica alle Canarie – Volcano Teide

Scritto da Adrián | Nov 5, 2021 1:40:13 PM

Siamo testimoni di un pezzo importante della storia delle Canarie.

Le notizie sul vulcano che si è svegliato nella zona di Cumbre Vieja, sull'isola canaria di La Palma, stanno facendo il giro del mondo.

Le incredibili immagini della colonna di cenere e delle colate di lava che scendono dai versanti e si riversano nel mare, suscitano emozioni di sconcerto, preoccupazione, tristezza e meraviglia.

Immagine dell'eruzione vulcanica a La Palma

 

È soltanto un evento in più che si aggiunge alla storia geologica delle Canarie

Le isole Canarie sono tutte di origine vulcanica. Si sono formate, tra un'eruzione vulcanica e l'altra, strato dopo strato, dal fondo dell'oceano. I territori di formazione più remota come Fuerteventura e Lanzarote videro la luce venti milioni di anni fa, mentre le isole più recenti, come La Palma, circa due milioni di anni fa. 

Soltanto negli ultimi millenni queste eruzioni vulcaniche hanno sconvolto la vita delle persone; si ritiene, infatti, che le popolazioni indigene giunsero sulle isole due millenni fa.

I vulcani sono meccanismi di costruzione, ma anche di distruzione

Il vulcanismo è il fenomeno che ha portato alla formazione e allo sviluppo delle isole Canarie, creando paesaggi spettacolari come quello del Parco Nazionale del Teide a Tenerife o quello del Parco Nazionale di Timanfaya a Lanzarote, dove l'origine vulcanica è evidente, ma sono di origine vulcanica anche le montagne ricoperte di boschi, le gole scavate dalle piogge e le spiagge di sabbia nera.

Una famiglia mentre ammira il paesaggio vulcanico del Parco Nazionale del Teide dal sentiero al Belvedere di Pico Viejo.
Attualmente le eruzioni vulcaniche sono poco frequenti, si calcolano due per ogni secolo.

Tuttavia, trattandosi di isole altamente popolate è sempre maggiore la possibilità che i fiumi di lava devastino le colture, le infrastrutture e le zone che vanno poi ricostruite da zero, come sta accadendo con il vulcano di Cumbre Vieja a La Palma.

La spiegazione delle eruzioni vulcaniche è nascosta a chilometri sottoterra

Sotto le isole esistono delle camere magmatiche, vale a dire sacche di magma di grandezze e a profondità diverse, come grandi calderoni in cui vengono cucinati gli ingredienti minerali che formano il magma. Con il passare del tempo, il potage magmatico si trasforma, la temperatura diminuisce e si formano alcuni minerali che, ormai solidi, cadono sul fondo del calderone, determinando un diverso aspetto del composto.

Per questo motivo, sebbene l'intero arcipelago canario sia di origine vulcanica, in ogni luogo e in ogni momento sono sorti magma concreti, generando le forme e i colori più diversi.

Schema di un cono vulcanico

Ma da dove proviene questo magma? 

Il nostro pianeta è una sfera incandescente che non si è ancora raffreddata del tutto

Sotto il pianeta apparentemente solido e stabile su cui viviamo è nascosta la vera natura ardente della Terra.

Viviamo su una sottile crosta fredda che rappresenta soltanto l'1% del volume del globo terracqueo. Questo strato ha uno spessore compreso tra 20 e 70 km a seconda della zona. È come un'arancia gigantesca che gira nello spazio e che, sotto la buccia, racchiude un cuore liquido composto dal magma.

In determinate situazioni di aumento della pressione, il magma risale fino alla crosta terrestre formando le camere magmatiche e quando la pressione aumenta ulteriormente il magma cerca un'uscita verso l'esterno attraverso le zone più fragili. Proprio qui si formano le aree di vulcanismo attivo, come nella recente eruzione vulcanica di La Palma.

Le isole Canarie sono una di quelle zone geologicamente dinamiche del pianeta, nonostante i fenomeni che stiamo osservando con il vulcano Cumbre Vieja, sono poco frequenti e si manifestano a distanza di diversi decenni.

Nell'arcipelago delle Canarie i centri di maggiore attività si sono spostati nel tempo da Est verso Ovest ed è possibile che in un lontano futuro possano nascere nuove isole a occidente di quelle attuali, mentre altre scompariranno a causa dell'erosione al di sotto della superficie del mare.

I vulcani avvisano sempre e chi avvisa non è mai un traditore

Fortunatamente le eruzioni vulcaniche non avvengono repentinamente e senza preavviso.

La scienza e la tecnologia attuano tecniche di monitoraggio per il rilevamento precoce, con sistemi altamente sensibili che registrano i piccoli movimenti sismici e i cambiamenti nelle emanazioni gassose che segnalano la possibilità di una nuova eruzione vulcanica. A La Palma, infatti, le scosse e le deformazioni del suolo hanno consentito di mettere in atto un piano di emergenza che ha funzionato con successo.

A Tenerife, e soprattutto nel Parco Nazionale del Teide, è presente una rete di stazioni per osservare i movimenti sismici e le emanazioni gassose permettendo di rilevare in anticipo qualsiasi cambiamento della pressione per garantire la sicurezza delle persone.

Il Parco Nazionale del Teide è un luogo straordinario per ammirare le numerose formazioni e i materiali vulcanici

Il Parco Nazionale del Teide custodisce un'infinità varietà di materiali e di formazioni vulcaniche.

Il numero straordinario di fenomeni vulcanici è uno dei motivi che hanno portato l'UNESCO ha dichiararlo Patrimonio mondiale. 

La montagna stessa del Teide è formata da una serie di eruzioni vulcaniche che però sorsero nello stesso punto portando alla formazione del cosiddetto stratovulcano, vale a dire un edificio vulcanico costituito dalla sovrapposizione nel tempo di vari strati di lava. 

La funivia è un'opzione comoda per salire dal versante e raggiungere la zona di La Rambleta. Questa zona costituisce l'anteriore cratere del Teide, prima che un nuovo strato di questo stratovulcano formasse il cono terminale attuale, appena un millennio fa.

In una breve passeggiata a oltre 3000 metri di altezza, è possibile scoprire diverse forme e colori di rocce, oltre a percepire l'odore solforoso delle fumarole, che ci ricordano che il vulcano ha ancora qualche segno di attività vulcanica.

Visitare il Teide è un'opportunità per contemplare, toccare e annusare un vulcano addormentato, con la tranquillità che oggi non si sveglierà.

Articolo scritto da María Mengual, consulente e divulgatrice del nostro patrimonio.